Sono trascorsi quasi 30 anni dalla fine del conflitto armato in Bosnia-Erzegovina. L'Accordo di pace di Dayton, firmato dalle parti in conflitto il 14 dicembre 1995, ha gettato le basi per la formazione di uno Stato multietnico con un governo democraticamente eletto e per la pace in Bosnia-Erzegovina. Tuttavia, le tensioni tra i diversi gruppi etnici della società rimangono notevoli. «La Svizzera ribadisce il proprio impegno a sostenere la Bosnia-Erzegovina sulla via della pace, della stabilità e della prosperità e a costruire un futuro unito per le giovani generazioni», ha dichiarato la Svizzera al Consiglio di Sicurezza.

Un modo decisivo per raggiungere questo obiettivo è creare opportunità per le persone in tutto il Paese. Ad esempio, la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) sostiene il progetto «Youth for Change», attuato dalla Fondazione Mozaik, per mobilitare i giovani imprenditori e consentire loro di promuovere il cambiamento economico e politico in Bosnia-Erzegovina. L'obiettivo del progetto è incoraggiare i giovani innovatori a difendere valori economici e sociali inclusivi e a creare posti di lavoro tra il 2016 e il 2026. Fungono così da modello per altri giovani e contribuiscono alla prosperità del Paese, e quindi al benessere di tutti. Ad oggi, più di 450.000 persone in tutto il Paese hanno preso parte al progetto.

Oltre a creare opportunità, occorre rafforzare la fiducia della società nel funzionamento delle istituzioni statali in Bosnia-Erzegovina, nell'ordine costituzionale e nella tutela delle libertà fondamentali. Questa è la base per una società democratica, pacifica e stabile. La Svizzera ha inoltre sottolineato al Consiglio di Sicurezza che tutte le parti devono moltiplicare gli sforzi per promuovere la coesistenza pacifica e la riconciliazione e astenersi da discorsi di odio e retorica divisiva. Allo stesso modo, affrontare il passato in termini storici e legali è necessario per prevenire la violenza e stabilire una pace duratura.