Il seggio della Svizzera nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per 2023-2024 è la logica continuazione del suo impegno per la pace e la sicurezza a livello globale. La Costituzione federale afferma che la Svizzera deve contribuire ad assicurare la convivenza pacifica dei popoli e a salvaguardare le basi naturali della vita. Questo impegno rispecchia gli obiettivi del Consiglio di sicurezza dell’ONU, il cui scopo principale è mantenere la pace e la sicurezza a livello internazionale. Inoltre, la pace e la stabilità nel mondo sono di vitale importanza per un Paese come la Svizzera, profondamente integrato nell’economia globale, che dipende da chiare regole internazionali. Infine, pace e stabilità sono presupposti essenziali per la prosperità e lo sviluppo del pianeta, altri due pilastri della politica estera svizzera.

Il Consiglio federale ha presentato la candidatura della Svizzera nel 2011, dopo ampie consultazioni con il Parlamento. Il 9 giugno 2022 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha eletto la Svizzera come membro non permanente del Consiglio di sicurezza. Il Consiglio federale ha adottato quattro priorità tematiche per il periodo in cui la Svizzera sarà membro del Consiglio di sicurezza, in seno al quale il nostro Paese intende sostenere i propri valori e i propri interessi in materia di politica estera. In particolare si impegnerà per costruire una pace sostenibile, proteggere la popolazione civile nei conflitti armati, affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla sicurezza e rafforzare l’efficienza del Consiglio di sicurezza.

Più in generale, la Svizzera si impegna in modo credibile a favore di tutte le tematiche definite nell’agenda del Consiglio di sicurezza, che si concentra soprattutto su singoli contesti nazionali

Di seguito, le priorità della Svizzera in dettaglio.

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Costruire una pace sostenibile

Il numero di conflitti armati ha raggiunto massimi storici. La Svizzera può contare su un’eccellente esperienza nella costruzione della pace e nella prevenzione dei conflitti ed è impegnata nella loro risoluzione dei conflitti (“accountability”). È apprezzata come mediatrice credibile e neutrale e continua a promuovere una pace sostenibile nel Consiglio di sicurezza.
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La Svizzera gode di una lunga esperienza ed è riconosciuta per le sue competenze nel campo della promozione della pace e della prevenzione dei conflitti armati. Nell’ambito della sua politica di pace è attiva in situazioni di conflitto con i suoi buoni uffici, che comprendono servizi di mediazione e mandati in qualità di potenza protettrice. Supporta inoltre altri Stati nell’organizzazione e nello svolgimento di elezioni pacifiche dopo la conclusione di ostilità. In concreto ciò avviene, per esempio, con l’elaborazione di un codice di condotta comune che impone la rinuncia a qualsiasi forma di incitamento all’odio o all’uso di simboli e argomenti religiosi durante la campagna elettorale. Il codice mira a rafforzare il clima di fiducia tra i partiti e a promuovere l’accettazione del compromesso democratico dopo le elezioni.

Incontro del comitato negoziale dell’opposizione siriana con l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria durante i colloqui di pace del maggio 2017 nella sede dell’ONU a Ginevra.
Incontro del comitato negoziale dell’opposizione siriana con l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria durante i colloqui di pace del maggio 2017 nella sede dell’ONU a Ginevra.

La Svizzera ospita regolarmente conferenze e negoziati di pace. Il nostro Paese è riconosciuto sia nell’ambito dei processi di pace delle Nazioni Unite che dalle parti in conflitto per la sua flessibilità, professionalità e discrezione. Un esempio: dal 2013, su richiesta dell’ex segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, la Svizzera ha facilitato i colloqui di pace sulla Siria che si sono tenuti a Ginevra in base alla tabella di marcia stabilita da una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Da allora nella città sul lago Lemano si sono svolti sette round di negoziazione che la Svizzera ha reso possibili anche durante la pandemia di COVID-19.

Durante il suo mandato nel Consiglio di sicurezza, la Svizzera si adopera per:

  • creare un clima di fiducia e assicurare la collaborazione tra gli Stati in seno al Consiglio di sicurezza
  • promuovere efficacemente la pace attraverso l’ONU
  • tutelare i diritti umani
  • proteggere le minoranze
  • incentivare la partecipazione, con pari diritti, delle donne ai processi di pace e alle missioni di mantenimento della pace dell’ONU
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Proteggere la popolazione civile

La protezione della popolazione civile è un imperativo umanitario urgente. La Svizzera è tradizionalmente impegnata a migliorare il rispetto e a rafforzare il diritto internazionale umanitario. Ciò è legato alla sua lunga esperienza nell'aiuto umanitario e al suo impegno per la protezione della popolazione civile nei conflitti.
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La popolazione civile paga un prezzo troppo alto nei conflitti armati. La lunga tradizione umanitaria e l’impegno della Svizzera per il rispetto del diritto internazionale umanitario sono riconosciuti in tutto il mondo. La protezione della popolazione civile e delle persone che non partecipano più alle ostilità è una questione centrale in molte situazioni di conflitto all’ordine del giorno del Consiglio di sicurezza.

La Svizzera è da tempo attiva in questo settore e guida un gruppo di Stati membri dell’ONU che condividono le sue stesse idee, allo scopo di coordinare le loro posizioni in merito alla protezione dei civili.

Un attacco aereo ha distrutto la sala operatoria dell’ospedale di al-Rahma a Idlib, in Siria, nell’agosto del 2019.
Un attacco aereo ha distrutto la sala operatoria dell’ospedale di al-Rahma a Idlib, in Siria, nell’agosto del 2019.

Durante il suo mandato nel Consiglio di sicurezza, la Svizzera si adopera per:

  • assicurare il più rigoroso e completo rispetto del diritto internazionale umanitario, in particolare per quanto riguarda la condotta della guerra e la protezione della popolazione civile
  • garantire la protezione dei bambini, dei malati, dei rifugiati, del personale e delle strutture mediche, dei trasporti e delle infrastrutture critiche (approvvigionamento idrico o produzione alimentare) nei conflitti armati
  • migliorare il perseguimento penale delle violazioni del diritto internazionale umanitario
  • chiedere il rispetto dei diritti umani e la protezione delle minoranze nei conflitti
  • garantire la sicurezza alimentare nelle regioni di conflitto

Allo scoppio della guerra in Ucraina la Svizzera ha risposto immediatamente inviando aiuti umanitari d’emergenza. Grazie alla sua rappresentanza in Moldova, la Svizzera è stata uno dei primi Paesi a distribuire aiuti alla popolazione delle città colpite. Ha inoltre offerto i suoi buoni uffici alle parti in conflitto.

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Affrontare la questione della sicurezza climatica

Il legame tra cambiamento climatico e sicurezza umana è un tema importante e attuale che sta suscitando interesse sia a livello nazionale che internazionale. La Svizzera ha un’esperienza preziosa in questo settore, che può portare al Consiglio di sicurezza.
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Anche i cambiamenti climatici sono una minaccia per la pace e la sicurezza internazionali. L’aumento delle temperature e la siccità possono ad esempio provocare fluttuazioni dei prezzi dei prodotti alimentari e una concorrenza più agguerrita per l’accesso alle risorse naturali, rendendo più precari i mezzi di sussistenza e costringendo le persone a emigrare. I cambiamenti climatici sono dunque un moltiplicatore di rischi, potenzialmente in grado di inasprire fattori di stress già esistenti a livello politico, sociale, economico ed ecologico. Le fasce più vulnerabili della popolazione sono di solito le più esposte ai rischi climatici. Anche la Svizzera dispone di competenze e know-how in questo settore, utili per mitigare i rischi legati al clima.

Un pozzo accanto al letto di un fiume asciutto in Nord Africa. A causa dei cambiamenti del clima, negli ultimi anni le precipitazioni sono diminuite del 75%.
Un pozzo accanto al letto di un fiume asciutto in Nord Africa. A causa dei cambiamenti del clima, negli ultimi anni le precipitazioni sono diminuite del 75%.

In qualità di membro del Consiglio di sicurezza, la Svizzera si adopera per:

  • affrontare le ripercussioni dei cambiamenti climatici sulla politica di sicurezza e di pace e identificare possibili soluzioni
  • stabilire connessioni con altri importanti obiettivi della politica estera svizzera, come la protezione della popolazione civile, la riduzione del rischio di catastrofi, la prevenzione dei conflitti o la protezione dall’estremismo violento
  • trovare soluzioni avvalendosi delle competenze dell’Amministrazione federale così come del know-how della comunità scientifica, della società civile e in particolare della Ginevra internazionale
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Rafforzare l’efficienza

È nell'interesse della comunità internazionale e della Svizzera di avere un Consiglio di sicurezza che sia il più efficace possibile e con un ampio sostegno. Da ben 15 anni, la Svizzera si impegna per una maggiore trasparenza, responsabilità e coinvolgimento dei non membri nel lavoro del Consiglio. Questi sforzi di riforma hanno portato alla Svizzera molti riconoscimenti internazionali negli ultimi anni.
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Dal 2006 la Svizzera si impegna per una maggiore trasparenza e responsabilità, oltre ad una maggiore inclusione degli Stati non membri nei lavori del Consiglio di sicurezza. In tale ottica, la Svizzera coordina le attività del Gruppo Responsabilità, coerenza e trasparenza (Accountability, Coherence and Transparency, ACT), composto da 27 Paesi, e tra le altre cose incoraggia un uso responsabile del diritto di veto da parte dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Un codice di comportamento redatto dal Gruppo ACT invita tutti i membri del Consiglio di sicurezza a non votare contro un progetto di risoluzione credibile che cerchi di prevenire atrocità di massa. Più di 120 Paesi si sono già impegnati a rispettare questo codice.

Durante il suo mandato nel Consiglio di sicurezza, la Svizzera si adopera per:

  • migliorare la conformità dei regimi di sanzioni con i principi dello Stato di diritto
  • rafforzare a livello istituzionale il difensore civico per le sanzioni ONU
  • promuovere collegamenti più stretti tra le attività svolte nelle varie sedi delle Nazioni Unite, compresa quella di Ginevra
  • migliorare i processi del Consiglio di sicurezza, la sua capacità di agire e la sua responsabilità