In un dibattito del 10 maggio 2023, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha affrontato la situazione in Bosnia ed Erzegovina. La Svizzera è impegnata sul campo da oltre 30 anni. Più di 60.000 persone provenienti dalla Bosnia-Erzegovina vivono oggi in Svizzera. «I nostri Paesi sono fortemente interconnessi. Contribuiamo alla pace sostenibile, alla sicurezza, alla prosperità e al buon governo del Paese», ha dichiarato l'Ambasciatrice svizzera alle Nazioni Unite Pascale Baeriswyl al Consiglio di sicurezza. Ha anche ricordato l'importante lavoro della missione di mantenimento della pace EUFOR Althea in Bosnia ed Erzegovina, che sta dando un contributo significativo al mantenimento della pace in una regione in cui le tensioni sono di nuovo in aumento.

 

A quasi 30 anni dalla guerra, la società in Bosnia ed Erzegovina deve ancora affrontare sfide che hanno radici profonde e richiedono soluzioni durature. Nonostante alcuni sviluppi positivi nel campo dei diritti umani, i discorsi di odio e la reinterpretazione degli eventi storici persistono. «Chiediamo di astenersi da qualsiasi retorica di discordia», ha sottolineato Baeriswyl a New York. Per superare queste sfide, la priorità è promuovere l'unità del Paese, rispettando la diversità e le libertà fondamentali delle persone. A tal fine, tutti gli attori politici devono lavorare insieme nell'interesse dell'intera popolazione. In questo contesto, la partecipazione delle donne e dei giovani ai processi decisionali politici è centrale e giova al processo di riconciliazione e alla società in generale. Inoltre, i diritti delle minoranze devono essere protetti e la libertà dei media e di riunione deve essere garantita e rafforzata.

Lo Stato balcanico è ufficialmente candidato all'adesione all'UE dal dicembre 2022. «La Svizzera continuerà a sostenere la Bosnia ed Erzegovina nella sua integrazione europea. Sosteniamo la sovranità e l'integrità territoriale della Bosnia ed Erzegovina e il suo futuro pacifico e multietnico», ha dichiarato Pascale Baeriswyl al Consiglio.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Bosnia ed Erzegovina