La protezione dei civili è uno dei compiti principali delle missioni di pace delle Nazioni Unite. Queste operano solitamente in un ambiente difficile, dove si trovano ad affrontare diverse sfide di politica di sicurezza. Queste includono, ad esempio, dinamiche di conflitto instabili, gravi violazioni del diritto internazionale, libertà di movimento limitata, disinformazione o risorse limitate. Il 28 luglio, il Consiglio di sicurezza si è riunito con i comandanti delle missioni di mantenimento della pace in Sud Sudan (UNMISS), Libano (UNIFIL) e Repubblica Democratica del Congo (MONUSCO) per discutere su come le missioni possano affrontare queste sfide e migliorare la protezione dei civili sul terreno. «Purtroppo, i civili rappresentano ancora la stragrande maggioranza delle vittime dei conflitti armati e la loro protezione è quindi più che mai necessaria», ha sottolineato l'Ambasciatrice svizzera alle Nazioni Unite Pascale Baeriswyl al Consiglio di sicurezza. La protezione dei civili è anche una priorità per l'appartenenza della Svizzera al Consiglio di sicurezza.

 

La Svizzera ha sottolineato al Consiglio che le missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite sono meno reattive per quanto riguarda la protezione dei civili e si concentrano invece sulla prevenzione dei reati contro i civili. Inoltre, ha chiarito che questa protezione deve essere garantita anche nelle fasi di transizione, come nel caso dell'imminente ritiro della missione di pace delle Nazioni Unite in Mali (MINUSMA). «Il ritiro della MINUSMA non deve in nessun caso portare ad un deterioramento della situazione dei civili: Il Governo del Mali deve assumere immediatamente i compiti che la missione svolgeva in precedenza in quest'area», ha detto Baeriswyl a New York.

L'Esercito svizzero è coinvolto nelle missioni di pace, così come numerosi altri Paesi. Circa 280 cittadini svizzeri sono impiegati. Tra l'altro, l'Esercito svizzero sostiene il Servizio di Azione Antimine delle Nazioni Unite (UNMAS) in Africa occidentale nello sminamento umanitario. In Kosovo, i membri dell'Esercito contribuiscono a creare un ambiente sicuro e stabile e alla libertà di movimento della popolazione. Gli osservatori militari svizzeri sono schierati nella regione del Kashmir, tra India e Pakistan. Monitorano le regioni colpite dal conflitto e scambiano informazioni con le autorità e la popolazione, al fine di ottenere informazioni rilevanti per valutare la situazione di sicurezza. La Svizzera ha anche un contingente di fino a 20 agenti di polizia che vengono impiegati nelle missioni ONU. Nel 2022, ne ha schierati 16. Il loro compito è quello di sostenere e formare il personale di polizia locale nelle fasi di ricostruzione post-conflitto. In questo modo, la Svizzera fornisce un contributo concreto sul campo al mantenimento della pace, al rispetto del diritto internazionale e quindi alla protezione della popolazione civile.