Nella sua seduta odierna, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha autorizzato l’invio di forze di polizia ad Haiti da parte di Stati terzi. Ad Haiti, a causa della dilagante violenza tra gang, la sicurezza è in netto peggioramento. Solo nel periodo tra gennaio e giugno 2023 le bande hanno commesso oltre 2000 omicidi. Le violenze sessuali e i rapimenti sono all’ordine del giorno. La polizia nazionale haitiana non dispone di risorse sufficienti per contenere l’escalation di questi atti. Inoltre, la situazione umanitaria in loco è preoccupante: secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), la sicurezza alimentare non è garantita a circa cinque milioni di persone, ossia quasi la metà della popolazione haitiana, con un conseguente rischio di carestia. Le gravi inondazioni seguite alle forti piogge e un terremoto a giugno hanno inasprito ulteriormente la situazione.

Con la sua risoluzione del 2 ottobre 2023 il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha risposto a un appello del Governo haitiano. Anche il segretario generale dell’ONU ha raccomandato al Consiglio di sicurezza, nell’ambito di un rapporto, l’adozione di una serie di misure per ripristinare la sicurezza della popolazione nel Paese caraibico. Tra queste anche l’invio di una missione internazionale di sostegno composta da forze di polizia. Il Kenia ha espresso la propria disponibilità a guidare questa task force. Nei negoziati che hanno condotto alla risoluzione, la Svizzera si è impegnata in particolare a favore del rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, della prevenzione delle violenze sessuali, così come della creazione di un meccanismo di monitoraggio interno alla missione.

Il 6 settembre 2023 il Consiglio federale ha fondamentalmente approvato l’autorizzazione di una missione a sostegno della sicurezza ad Haiti. Inoltre ha emanato direttive per i negoziati a New York. Per adempiere il proprio mandato, ossia sostenere la polizia locale a ripristinare l’ordine pubblico e la sicurezza, in casi eccezionali e a determinate condizioni la missione potrà ricorrere anche alla forza. I presidenti delle Commissioni della politica estera (CPE) del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati sono stati consultati sul tema secondo le modalità concordate tra il Consiglio federale e le CPE per coinvolgere le Camere durante il seggio svizzero nel Consiglio di sicurezza dell’ONU, conformemente all’articolo 152 capoverso 4 della legge sul Parlamento.