Durante la riunione odierna, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è chinato sul rapporto della rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale nei conflitti, Pramila Patten, pubblicato il 4 marzo a seguito della sua visita in Israele e nei Territori palestinesi occupati. Secondo le sue dichiarazioni, ci sono ragioni per credere che donne e ragazze siano state violentate e torturate in vari luoghi come parte degli atti terroristici coordinati da Hamas e altri gruppi armati il 7 ottobre. A New York, la Svizzera ha ribadito la sua condanna degli atti di terrorismo e delle violenze sessuali nei conflitti. Inoltre, il rapporto Patten ipotizza che gli ostaggi ancora detenuti subiscano violenza sessuale. La Svizzera ha nuovamente chiesto il loro rilascio immediato e incondizionato.

La violenza sessuale in situazioni di conflitto è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. «È quindi fondamentale che il Consiglio di sicurezza condanni all'unanimità questi atti di violenza nel contesto del conflitto in Medio Oriente, come in tutti gli altri conflitti, e che prenda misure per prevenirli», ha dichiarato durante la riunione del Consiglio di sicurezza Riccarda Chanda, vice rappresentante permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite. La rappresentante ha inoltre sottolineato che i responsabili devono essere identificati e chiamati a risponderne. Agli organi delle Nazioni Unite preposti a questo scopo deve essere garantito un accesso adeguato. La Svizzera ha richiamato l'attenzione sulle indagini in corso da parte della Corte penale internazionale. Queste riguardano le indagini su tutte le violazioni del diritto internazionale in Israele e nei Territori palestinesi occupati dal 7 ottobre.

La Svizzera ha inoltre espresso profonda preoccupazione per le informazioni contenute nel rapporto sulle forme di violenza sessuale e di genere contro uomini e donne palestinesi nei centri di detenzione, durante le perquisizioni domiciliari e ai posti di blocco. Ha condannato il fatto che le ostilità a Gaza continuano a causare numerose vittime civili, tra cui quasi 9.000 donne. Secondo le informazioni delle Nazioni Unite, il 95% delle madri non ha abbastanza da mangiare. Durante la riunione odierna del Consiglio, la Svizzera ha ribadito la necessità di un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza per liberare gli ostaggi, consentire l'accesso umanitario e proteggere la popolazione civile. «Il Consiglio di sicurezza deve porre fine all'attuale spirale di violenza in Medio Oriente a tutti i costi e avviare un processo di dialogo per una soluzione politica del conflitto, in cui le donne svolgono un ruolo centrale», ha dichiarato Riccarda Chanda a New York.

Dichiarazione della Svizzera sulla violenza di genere in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 11.03.2024 (fr)