Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso oggi la situazione relativa ai diritti umani nella Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC) in un briefing formale e pubblico. È la prima volta dal 2017 che una discussione in questo formato è possibile in seno al Consiglio di sicurezza. Le armi nucleari e i programmi missilistici della RPDC, vietati da numerose risoluzioni del Consiglio di sicurezza, rappresentano una minaccia per la pace e la sicurezza internazionale. Anche la grave situazione dei diritti umani dei nordcoreani si collega a questo.

Secondo la Commissione d'inchiesta sui diritti umani istituita nel 2013 dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per la RPDC, nel Paese continuano a verificarsi violazioni sistematiche e gravi dei diritti umani. In seno al Consiglio di sicurezza, la Svizzera ha ricordato alla RPDC di rispettare i diritti umani universalmente applicabili. Ha inoltre sottolineato che i responsabili delle violazioni dei diritti umani devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni. La Commissione ha sottolineato che, considerato il governo autoritario della RPDC, il Consiglio di sicurezza deve considerare tutte le opzioni per garantire che queste violazioni non rimangano impunite.

Le violazioni dei diritti umani nella RPDC sono molteplici. «La tortura, la detenzione arbitraria e le sparizioni nei campi per prigionieri politici sono solo alcuni esempi di violazioni gravi e sistematiche. Ricordiamo l’importanza dell'impegno della RPDC a cessare immediatamente tutte le violazioni», ha dichiarato Adrian Hauri, Vice Capo Missione della Svizzera presso le Nazioni Unite a New York.

«La grave situazione dei diritti umani nella Repubblica Democratica Popolare di Corea minaccia la stabilità e la pace nella regione e oltre», ha affermato Hauri a New York. Il Consiglio di sicurezza deve quindi lavorare per un cambiamento positivo e sostenibile per il popolo nordcoreano. Inoltre, la Svizzera ha invitato la RPDC a impegnarsi nel dialogo e nella cooperazione con gli attori internazionali, al fine di porre fine alle gravi violazioni dei diritti umani e alle loro conseguenze umanitarie.

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