Su richiesta del governo sudanese, il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha deciso oggi di porre fine alla missione politica delle Nazioni Unite in Sudan (UNITAMS). Le missioni politiche delle Nazioni Unite non possono adempiere al loro mandato senza il consenso e la volontà politica del Paese ospitante. Il 16 novembre, il governo ha ritirato il suo assenso all'UNITAMS in una lettera rivolta al Segretario generale. Nella dichiarazione successiva al voto, la Svizzera ha deplorato che la missione ONU in Sudan non sarà più operativa in futuro. Il mandato dell'UNITAMS era volto ad accompagnare la transizione del Paese, ma è stato interrotto dall'inizio del conflitto nell'aprile scorso. Diverse agenzie ONU rimarranno nel Paese. All'interno del Consiglio, la Svizzera ha ribadito il proprio sostegno all'inviato personale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il Sudan, di recente nomina, e agli sforzi di pace regionali. Ha inoltre rivolto un appello a tutte le parti in conflitto affinché rispettino gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario, in particolare per quanto riguarda la protezione dei civili.

 

L'attuale conflitto ha un impatto notevole sulla popolazione civile. La situazione umanitaria nel Paese è drammatica. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), più di cinque milioni di persone sono state sfollate all'interno del Sudan dall'inizio delle violenze e più di un milione sono fuggite dalle conseguenze del conflitto nei Paesi vicini. Il numero di sfollati è così diventato uno dei più alti al mondo. Poiché il conflitto continua a peggiorare la situazione umanitaria. I dati dell'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA) confermano che circa 25 milioni di persone - pari alla metà della popolazione del Sudan - hanno urgentemente bisogno di aiuti umanitari, quali cibo, acqua potabile, strutture igienico-sanitarie, ripari, cure mediche e protezione. Per far fronte a queste esigenze umanitarie in Sudan e nei Paesi limitrofi, la Svizzera ha finora stanziato circa 60 milioni di franchi nel 2023.

Alla luce delle continue violenze, dello sfollamento della popolazione e delle crescenti esigenze umanitarie, la Svizzera auspica che il Consiglio di Sicurezza continui ad assumersi le proprie responsabilità in termini di pace e sicurezza e che rimanga informato sulla situazione in Sudan. In tal senso, nel corso dei negoziati sulla risoluzione, la Svizzera si è impegnata a garantire che il Consiglio continui a ricevere rapporti sulla situazione nel Paese e sul ruolo dell'Inviato personale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il Sudan. Quest'ultimo è chiamato a svolgere un ruolo importante nel sostenere gli sforzi di pace a livello regionale.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, 01.12.2023 (fr)